Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse per quegli esami che permettono di avere informazioni sul proprio patrimonio genetico, in particolare per riscontrare la predisposizione a specifiche patologie. Lo conferma anche l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute1, che insieme all’istituto di ricerca Nomisma ha analizzato l’atteggiamento di italiane e italiani verso questo tipo di test, con un sondaggio svolto su un campione di 1.200 persone.
Lo studio ha indagato innanzitutto quanto gli italiani conoscano questi esami: è emerso come meno di uno su quattro (23%) dichiari di essere ben informato sui test genetici, e appena il 15% ne abbia già effettuato uno o si appresti a farlo. La maggioranza (64%) ne ha solo sentito parlare e non sa di preciso di cosa si tratti, con due su tre (67%) che affermano di volerne sapere di più, soprattutto per poter escludere o prevenire patologie (64%), o per la presenza di malattie ereditarie in famiglia (38%).
UniSalute ha poi interrogato il campione di chi ha già eseguito un test genetico: l’esame si è rivelato utile? Nella grande maggioranza dei casi, quasi quattro su cinque (77%), sì: o perché ha escluso la presenza di un’anomalia genetica (45%), o perché l’ha confermata (32%). La ragione predominante per effettuare il test, tra chi lo ha già svolto o sta per farlo, è la presenza di malattie ereditarie in famiglia (54%); chi effettua questi esami lo fa anche solo a scopo preventivo (39%), mentre più raramente a seguito dell’insorgere di una patologia (8%).
Le malattie per cui più frequentemente si svolge un test genetico includono la fibrosi cistica (24%), le patologie cardiache (24%) e il diabete (23%); considerando solo le donne del campione, è invece il tumore al seno (31%) la patologia per cui si effettuano più test.
Nel campione interrogato dal sondaggio c’è però anche chi afferma di non essere interessato ai test genetici, quasi un italiano su cinque (18%). Come mai? In gran parte, chi non ha interesse per questi esami dichiara di preferire non conoscere la propria predisposizione ad alcune patologie (61%), anche perché in molti casi non si hanno malattie ereditarie in famiglia (43%). Gli italiani, comunque, ritengono il patrimonio genetico sia molto importante nella salute di una persona: oltre uno su tre (36%) lo indica come uno dei fattori principali, secondo solo al tipo di alimentazione (41% delle risposte).
Bologna, febbraio 2023
1Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma nell’estate 2022 su di un campione di 1.200 persone stratificato per età (18-75 anni), sesso ed area geografica con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli