osservatorio sanità unisalute

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Gli italiani sono attenti alla salute?

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Gli italiani sono attenti alla salute?

comunicato stampa

Solo 1 italiano su 3 fa controlli regolari

il 46% degli italiani dichiara di rimandare le visite quando ha un problema trascurabile 

il 48% inizia a curarsi quando ha un disturbo o una malattia 

49% degli esami di prevenzione rimandati negli ultimi due anni

esami del sangue rimandati nel 24% dei casi

ridotti anche esami di routine come visite dermatologiche ed esami cardiologici

il 38% ha fatto meno controlli negli ultimi due anni

Italiani e prevenzione, un rapporto ancora complicato: lo conferma l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute in collaborazione con Nomisma, che ha indagato la propensione degli abitanti del Bel Paese a tenere sotto controllo il proprio stato di salute. Il quadro che emerge è quello di una diffusa trascuratezza, con la pandemia che ha inferto un colpo significativo alla frequenza di visite ed esami specialistici per la prevenzione.
 
Stando alla ricerca, solo un italiano su tre (33%) fa controlli regolari per monitorare il proprio stato di salute; l’atteggiamento prevalente è quello di curarsi soltanto quando si inizia a soffrire di un disturbo o di una malattia, un’attitudine condivisa da quasi un italiano su due (48%). E se in molti confessano di rimandare le visite quando hanno un problema trascurabile (46%), alcuni (13%) dichiarano esplicitamente che preferiscono farne il meno possibile. Non deve stupire dunque che la maggioranza degli italiani (54%) non abbia mai svolto un controllo basilare come la visita dermatologica per la valutazione dei nei.
 
La pandemia ha poi ulteriormente abbassato il livello della prevenzione: negli ultimi due anni un controllo su cinque (20%) è stato annullato, e quasi uno su tre (29%) rinviato, per un totale di quasi una visita su due saltata o comunque ritardata. Nella maggioranza dei casi (circa 6 su 10) ciò è avvenuto per decisione della persona stessa.
 
In particolare, a soffrire maggiormente è stato soprattutto l’esame di prevenzione per eccellenza, ovvero le analisi del sangue: quasi una volta su quattro (24%) questo controllo, fondamentale per la diagnosi di tantissime malattie, è stato rinviato o annullato. Ma si sono ridotti anche controlli di routine come le visite dermatologiche e gli esami cardiologici, con una percentuale di rinvio o annullamento rispettivamente del 17% e del 14%. 
 
Guardando alle motivazioni, risulta evidente come tutto ciò sia una conseguenza diretta dell’emergenza sanitaria: il 38% di italiani che ha fatto meno controlli negli ultimi due anni, infatti, motiva la scelta o con la volontà di evitare le strutture sanitarie (21%), temendo un possibile contagio, o citando i tempi più lunghi causati dalla pandemia (17%). Considerando solo l’ultimo anno, consola comunque riscontrare come la grande maggioranza del campione (83%) sia andata almeno una volta dal proprio medico di base.
 
La speranza è che, tornati alla normalità con una maggior consapevolezza dell’importanza di un buono stato di salute, gli italiani facciano sempre di più della prevenzione una sana abitudine. 
 

Aprile 2022

1Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma a inizio 2022 su di un campione della popolazione italiana stratificato per età (18-75 anni), sesso ed area geografica con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli